Il museo leonardiano nel Castello di Atarés, all’Avana

L’Avana e Vinci sono unite da un legame culturale, quello di Leonardo, le cui opere ideali sono esposte nel castello-fortezza riaperto a metà novembre.

L’Avana e Vinci sono unite da un legame culturale, quello di Leonardo, le cui opere ideali sono esposte nel castello-fortezza riaperto a metà novembre.

Era la metà di novembre quando il sindaco di Vinci ha fatto visita a quello che poche ore dopo sarebbe diventato il museo leonardiano della capitale cubana.
Non solo, la visita istituzionale ha sancito il legame culturale fra Vinci e L’Avana in due cinquecentenari: quello della fondazione della città caraibica e quello della morte di Leonardo Da Vinci.
A ospitare l’evento è stato il Castello di Atarés, fortezza settecentesca restaurata e riaperta al pubblico proprio nell’occasione per cui Torchia è andato a Cuba. La mostra permanente inaugurata dal sindaco di Vinci raccoglie le opere leonardiane a tema bellico, in linea con le finalità che il castello ha avuto nella propria storia (ovvero quelle di difendere la città dagli attacchi inglesi insieme ad altre due fortezze, il castello del Principe e la fortezza de La Cabaña).
La collezione è stata donata alla città de L’Avana dalla fondazione Anthropos già nel 2012, e fino alla riapertura del Castillo de Atarés è stata conservata nel cosiddetto Salone Bianco del convento di San Francesco di Assisi, che è una basilica in stile barocco finita di costruire nel 1591, sempre nella capitale cubana.
Tutti i pezzi della collezione fanno parte di quella idealità che ha contraddistinto il pensiero leonardiano e che lo stesso Genio ha fissato nei suoi Codici tramite i disegni che tutti conosciamo.

Quella del restauro e della cura della mostra leonardiana è stata un’operazione collettiva, voluta dalla Oficina del Historiador de la Ciudad (letteralmente l'”ufficio dello storico della città“), ente che si occupa di mantenere viva la storia de L’Avana, storia che passa inevitabilmente attraverso l’architettura della capitale. Inoltre, la Oficina si occupa anche di coinvolgere la gente del posto nel mantenimento del sito storico, impiegando le persone nell’allestimento della mostra e del restauro del castello negli ultimi sette anni, oltre che usufruendo del loro servizio all’interno del museo e dell’intero castello.
A confermarlo anche Antonio Quevedo Herrera, direttore dei musei archeologici della Oficina del Historiador: «Il museo svilupperà, inoltre, un’opera con la comunità più vicina, quella di Atarés, da cui provengono i lavoratori [del castello]. Come fa normalmente l’Ufficio dello Storico, terremo seminari, conferenze su argomenti come fortificazioni, battaglie. Un focus principale è il lavoro della comunità».

Durante l’inaugurazione del 14 novembre è intervenuto anche Eusebio Leal Spengler, figura primaria della storia dell’Avana, Historiador de la Ciudad egli stesso, al quale la capitale cubana deve la maggior parte dell’attuale splendore architettonico, visto che Spengler stesso ha contribuito a quello che è oggi L’Avana tramite la sua opera di restauro il più vicino possibile all’originalità delle opere su cui ha lavorato.


Christian Santini
foto: Comune di Vinci

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