La San Pantaleo raccontata da due empolesi

La chiesa di San Pantaleone Martire in San Pantaleo raccontata nel nuovo libro di Rossana Ragionieri e Sandra Ristori.

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Il secondo anno vinciarese si apre con due empolesi. Non è un affronto alla riva nord dell’Arno. Anzi, è un apprezzamento a Rossana Ragionieri e Sandra Ristori, che hanno tirato fuori “San Pantaleo. Verde Antico“, un libro di oltre 150 pagine sulla chiesa di San Pantaleone Martire in San Pantaleo che ci fa conoscere la chiesa nel modo che merita, benché la sua situazione attuale non sia delle migliori, come anche fortemente sottolineato dall’attività di un comitato “di soccorso”, che durante il 2020 si è preoccupato di sensibilizzare ulteriormente l’opinione pubblica per salvare il salvabile, viste le condizioni in cui versa l’edificio, arrivando fino alla candidatura del borgo a Luogo del Cuore FAI.

Ragionieri e Ristori, dicevamo. La coppia di studiose ha raccontato a Vinci nel Cuore la nascita del libro e la sua evoluzione, che poi è la storia del loro lavoro insieme, di squadra, senza individualismi, cosa che si può vedere nella stesura dei testi (di questo come degli altri volumi pubblicati dalle due), fatta all’unisono e frutto di un’intesa culturale fortissima, che va di pari passo alla curiosità per le cose.
Di cose ne sono state trovate tante, a San Pantaleo, ognuna con la propria storia, anche apparentemente senza pertinenza alla causa della chiesa in questione, ma che Ragionieri e Ristori hanno saputo ricollegare a quanto raccontano, grazie alla ricostruzione per mezzo di documenti storici, utili a contestualizzare il borgo di San Pantaleo, senza lasciare al caso informazioni che altrimenti sarebbero mera nomenclatura.
È un libro che si pone anche un altro obiettivo, ambizioso, ma concreto, che è quello di avere dentro di sé tutte le informazioni che servono per conoscere la storia del Borgo di San Pantaleo, “senza doversele cercare altrove“, come sottolinea Ristori, proprio perché niente è stato trascurato e tutto è stato costruito affinché il quadro di ogni elemento fosse completo.
E quindi ogni elemento è come schedato, con tanto di percorso storico che lo ha portato alle condizioni attuali, oppure gli elementi a esso collegati, come personaggi che ne hanno avuto a che fare, o luoghi che l’hanno ospitato, così come storie o leggende popolari che ne caratterizzano il significato.

Il libro nasce durante una ricerca sulle chiese romaniche, e visto che S. Pantaleo è stata romanica, l’attenzione di Ragionieri e Ristori è stata catalizzata su quest’edificio anche grazie alla presenza del comitato Noi per S. Pantaleo. Quindi sono partite ricerche di notizie ulteriori a quelle che già gli studiosi conoscevano, fino a scoperchiare tutta una serie di fatti e documenti che rivelano una storia ben più vecchia di quella per cui si conosce la chiesa, che si presume fosse presente già in epoche anteriori a quando risalgono i primi documenti ufficiali della sua costruzione.
Il ritratto della chiesa è anche il ritratto di un borgo attorno al quale si svolgeva la vita popolare, come può vedersi dagli altari intitolati ai santi che accompagnavano e proteggevano le attività economiche della popolazione che gravitava attorno alla chiesa stessa. È anche questo un elemento portante del libro, che ci fa capire come la struttura fosse incastonata con la quotidianità di quel borgo e della sua gente.

Forte il legame anche con Leonardo, che si presume abbia vissuto a S. Pantaleo, o comunque l’abbia frequentato – viste le origini della madre, Caterina – e che si pensa abbia dato al Genio l’idea per alcuni elementi decorativi derivanti da altri architettonici, come per esempio il nodo, tema che ricorre spesso negli abiti presenti dei dipinti di Leonardo.
Tutti questi elementi, che a prima vista potrebbero essere scollegati fra loro, donano invece una trama alla storia della chiesa di S. Pantaleo, e Ragionieri e Ristori hanno lavorato per ricostruirla, senza fermarsi al semplice elenco dei singoli dettagli, ma anzi, presentando il tutto dopo una “ricerca puntuale, specifica e scientificamente corretta“, come ama sottolineare Ragionieri.
È un libro completo, insomma, che le due empolesi hanno confezionato nei minimi dettagli, anche grazie al contributo e alla disponibilità della curia samminiatese agli ordini di monsignor Migliavacca, che ha messo a loro disposizione reliquie e documenti su cui poter lavorare per ricostruire tutte le informazioni contenute in questo volume.

Ma il libro è anche una sorta di invito a fare del borgo di San Pantaleo un luogo di aggregazione, una destinazione turistica, un posto da ripensare a livello architettonico e ambientale, trasformandolo in un “borgo virtuoso dove reinventare delle iniziative o situazioni che potrebbero farne un centro di attrazione“.
Chissà che questo libro non sia il preludio a un periodo in cui tutte le cose che sono raccontate non possano essere viste una volta riportate al loro primario splendore. Per adesso rimane un’utopia con cui cullarsi leggendo quanto scritto da Rossana Ragionieri e Sandra Ristori.


Christian Santini